lunedì 16 settembre 2013

L'atto creativo in Istria, Rugby e Baci

Istria Rugby e Baci (amazon.it). La mia ultima esperienza narrativa.
Scrivere storie, inventare personaggi, creare paesaggi, legami, scontri, conflitti, fatiche, atti di coraggio, stati confusionali, intuizioni, per me ha tanto senso.
La libertà che mi si paventa davanti, mi dà i brividi e mi fa paura, ma io non riesco a rinunciarci.
Ho lasciato un lavoro fisso, una routine fissa, un ambiente di riferimento, un ritmo di vita impostomi dall'esterno, una matrice esistente fuori da me alla quale adeguarmi e ho scelto la libertà. Detta così sembra facile, bello e auspicabile. Non lo è. Per niente.
Vivere la libertà ti obbliga a portare quel centro di gravità permanente dentro di te, cancella tutti gli alibi e ti mette di fronte a te stessa, con tutti i tuoi limiti, le tue paure, le tue insoddisfazioni. Non te la puoi più raccontare... Ora ci sei tu, e basta.
Puoi fare quello che vuoi, che hai sempre sognato. E poi scopri che non è nel fare che sei, ma che il fare è importante, che ti aiuta a svelarti e a vederti.
Questo ultimo romanzo è stato un viaggio, a volte sofferente, a volte di estasi, dentro di me, dentro le mie paure, le mie insicurezze, il mio terrore. E' un viaggio che affronta la morte, la fuga, l'impossibilità del ritorno, la necessità della lotta, il limite della resistenza. E sono ancora viva! E sono qui a raccontarlo.
Ho iniziato a scriverlo tre anni fa, e l'ho abbandonato per circa due anni. L'ho ripreso a fine estate, l'ho riletto, mi sono ritrovata a piangere e a soffrire, e poi a godere. Ho riletto quella versione  - abbandonata - in un giorno, uscendo dal tempo, ignara delle ore che passavano. E ho sentito quel cuore pulsante, che avevo quasi dimenticato.
Ed è iniziato un altro viaggio, di revisione, che mi ha condotto sempre più a contatto con quelle emozioni, nate dentro di me in un altrove temporale e mai sopite.
Rileggere un lavoro scritto qualche anno fa, è leggere pagine scritte da un'altra persona. Ora non sono quella che ero tre anni fa: siamo due donne diverse, due donne in cammino, forti e coraggiose, ma diverse.
Per cui questo è un romanzo scritto da due donne che amo. E' sempre terrificante e miracoloso leggere qualcosa scritto dalle tue mani ma che arriva da un oltre che tu non conosci e non vedi, ma solo intuisci.
Io la chiamo Energia della Dea Femminile, quella Divinità Pagana, pre-cristiana, che le popolazioni indigene si ritrovavano a venerare senza accorgersi, quando erano immerse nella Natura, nella Madre (Dea) Terra. La Creatività è Femmina, è inafferrabile, è priva di confini, non è catalogabile, non è strutturata, è viva in sé. Io cerco di darle una strada per farla emergere in questo nostro mondo tridimensionale, la strada della narrativa.
Ho ancora addosso questa energia creativa che si è messa in moto per fare emergere Istria, Rugby e Baci, e l'avrò ancora per molto.
La protagonista e voce narrante è una giovane donna all'ultimo anno di università. Studia Scienze Politiche. Il protagonista maschile è Sasha, un giovane immigrato slavo, che studia Fisica e gioca a Rugby. I loro mondi si incontrano, si scontrano, si lasciano, soffrono e si reincontrano in un dedalo energetico che prende via via le immagini di guerre, esodi, suprusi, abbandoni, resistenze e accettazioni. E ciò che è esterno lo si scopre dentro, in un ultimo atto di coraggio, dove si smette di nominare, di dare significato, dove si abbandona la pretesa - tutta maschile - della comprensione, e si accoglie quello che c'è. 

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